lunedì 14 marzo 2011

Il miracolo delle buche

A Napoli pregano San Ciro. In Calabria si venera “San Giro”, che spesso, ma non tutti gli anni, fa il cosiddetto “miracolo delle buche”. In prossimità delle tappe del Giro d’Italia che toccano le località calabresi, infatti, vengono asfaltate le strade percorse dalla carovana ciclistica, spesso strade provinciali ma anche statali che, di solito, oltre alle buche, hanno un pallido ricordo della segnaletica orizzontale e sono sommerse dalle sterpaglie cresciute ai bordi. Come quelle persone che si fanno belle o si lavano solo in particolari occasioni, le strade calabresi toccate dal Giro vengono passate al trucco, sistemate e ripulite, facendo bella figura nella diretta televisiva e contribuendo a diffondere nel mondo, attraverso la kermesse ciclistica, un’immagine positiva del nostro Bel Paese. Poi, se il Giro non passerà più per decenni, quella strada tornerà a essere “dimenticata”. Il problema della viabilità in Calabria è secondo solo a quello della sanità: la struttura orografica della Calabria è stata sfruttata al meglio per creare, nell’ultimo mezzo secolo, importanti strade di collegamento, congiungendo le coste tirreniche con quelle joniche (Strada delle Terme, Strada dei Due Mari, la Rosarno-Gioiosa), ma restano molte le realtà interne mal collegate o spesso isolate a causa di frane.  La Salerno-Reggio Calabria, peraltro, attraversa territori impervi, e spesso, d’inverno, il traffico viene dirottato sul Tirreno, da Lagonegro a Falerna. E in ogni altra stagione, al calar delle tenebre, il traffico pesante abbandona l’autostrada. Idea per gli organizzatori del Giro: una tappa autostradale in Calabria...l’occasione buona per terminare i lavori.

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