lunedì 14 marzo 2011

La presenza dei preti

La presenza dei preti nella realtà sociale e politica italiana è sempre stata significativa. Sono l’espressione legittimata della Chiesa cattolica nella vita di tutti i giorni. Molti di essi combattono contro i soprusi, la droga e gli altri crimini, tentano di ricondurre sulla diritta via coloro che l’hanno smarrita. In molti hanno rischiato, durante la seconda guerra mondiale, aiutando soldati, partigiani, ebrei e altre persone ricercate dal regime, nonostante i controversi orientamenti del Vaticano. In molti, come don Pietro Pappagallo, giustiziato alle Fosse Ardeatine nel ‘44, hanno perso la vita per onorare la loro missione. Così come in tanti perirono, soprattutto in Emilia e Romagna, tra il ‘44 e il ‘47 per mano di estremisti comunisti: secondo Roberto Beretta, giornalista dell’Avvenire, autore del libro “Storia dei preti uccisi dai partigiani” furono 130 i sacerdoti filofascisti o anticomunisti barbaramente trucidati in quel periodo.  D’altronde, la satira sottile di Guareschi attraverso i personaggi di Peppone e Don Camillo si richiama a tali episodi di vera e propria guerra civile, sui quali vi è stato per decenni un inspiegabile silenzio, come per le rappresaglie fasciste, da parte dei piani alti della Chiesa. Oggi i preti combattono altre guerre e spesso sono incolpevoli bersagli del boomerang da loro lanciato, quasi sempre lasciati soli, come don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia palermitana del Brancaccio.  Il Cardinale Pappalardo aveva avvertito: «mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata».

Nessun commento:

Posta un commento